lunedì 23 marzo 2015

Home. A casa. Di Tim Johnson

La protagonista somiglia molto a Rihanna. La voce è di Rihanna. Le canzoni sono di Rihanna.
Se non ci fossero state tutte queste copie pirata di Rihanna e tante canzoni melense, sarebbe stato davvero un bel film. 
Gli extra-terrestri sono simpatici: se si potesse adottare un fratello adotterei Oh; la macchina che vola grazie al reattore alimentato con bibite gasate la voglio anche io, accessori compresi, tipo lo sputa-gratta e vinci. Poi le bolle, gli schermi personali futuristici, il capo vigliacco ma furbo, i più intelligente con il cervello che si muovono quando pensano... Persino il cattivone lo vorrei come amico.

Il messaggio è quasi originale e espresso bene: a volte i cattivi non sono cattivi, ma sono arrabbiati perché sono tristi. Mi sono venuti in mente i compagni picchiatori di mio figlio, che, forse, picchiano perché vedono di gran lunga più la tata dei genitori. Nessuno può dire se è davvero così, però: bisognerebbe fare una prova e sostiture la tata per qualche settimana.

La Rihanna 2.0 invece, quella del film, è sicuro che non vede la madre e vuole ritrovarla. E all'inizio è scontrosa per questo motivo. Il cattivone invece, che, alleluja, non somiglia per niente alla cantante, è cattivo perché gli è stato rubato qualcosa di molto importante per lui.


Home. A Casa esce al cinema il 26 marzo; è un film d’animazione prodotto da DreamWorks Animation e diretto da Tim Johnson, tratto dal romanzo per ragazzi The True Meaning of Smekday di Adam Rex del 2007. Tra una razza aliena chiamata i Boov vive un tipo un po' imbranato di nome Oh che cerca di integrarsi. Dopo il suo arrivo sulla terra insieme al suo popolo, Oh è costretto a scappare e durante la fuga incontra una ragazza di nome Tip.

Trailer di Home. A casa (DreamWorks Animation).



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