Scritto, diretto e prodotto da una squadra di superfan di Star Wars, l’ultimo capitolo della serie GoRogue, realizzata in stop motion è online su YouTube.
VIDEO
Trama. La serie di video Go Rogue segue le avventure immaginarie dei giocattoli di “Rogue One” nel loro tentativo di recuperare le istruzioni per costruire la Morte Nera che l’Impero ha occultato appositamente (non riveleremo qui alcun dettaglio che possa rovinare l’intrattenimento!). I Ribelli dovranno affidarsi al loro ingegno, coraggio e abilità di costruttori, per salvarsi dal Direttore Krennic e riuscire a fuggire dopo essersi impossessati delle istruzioni del set. Il destino della Galassia è nelle loro mani.
Il quarto e ultimo video presenta nuovi giocattoli LEGO di Star Wars: il camminatore AT-ST, lo Shuttle Imperiale di Krennic, le nuove minifigure di Jyn Erso, del Direttore Krennic, di Cassian Andor, K-2SO, Baze Malbus, Chirrut Imwe, e dei Soldati della Morte Nera, nei negozi dal 30 settembre.
Curiosità: Per questa produzione sono stati utilizzati complessivamente oltre 20.000 mattoncini LEGO.
Il 26 settembre é il compleanno di Dylan Dog. Per festeggiare il trentesimo traguardo editoriale c' è da scegliere tra: album nuovi, tra cui uno scritto da Tiziano Sclavi, l'inventore dell'indagatore dell'incubo, 4 puntate da ascoltare raccontate su Radio 24, prima in onda e poi su podcaste filmhorror di culto presentati da Dylan in persona sul canale UniversalTV, ogni venerdì alle 9 di sera. In più la Bonelli sarà presente al Lucca Comics, dove tra le altre cose verranno vendute le pigotte "Dylaniate" dell'Unicef.
Aspettando un ottobre targato Dylan leggo in anteprimaMater Dolorosa, e mi ricorda un po' il film Requiem for a Dream (trailer qui) di Darren Aronofsky: il delirio attraverso le radici materne, stavolta a fumetti dai colori inquietanti e introspettivi.
Prima scena: c'è lei, Violetta, di bianco vestita, seduta sulla spiaggia; sta scrivendo una canzone di sua invenzione. Le volano via i fogli e per questo diventa disperata: oddiolamiacanzone! Arriva lui, Leon, su un cavallo bianco, al galoppo sulla riva del mare, e le dice: tranqui, te li raccolgo io, o una cosa simile. E parte sempre in groppa al suo cavallo bianco alla caccia dei fogli preziosi.
Questa scena mi ha fatto tornare a 10 anni fa: io ero stesa sulla spiagga di Naxos, un'isola greca, con le fotocopie di quello che dovevo studiare per l'esame di giornalismo. Ma ero senza vestito bianco, e anche senza costume. A un certo punto il vento forte mi fa scappare i fogli, che svolazzano verso il mare come la canzone di Violetta. Il mo fidanzato si alza, tutto nudo anche lui, e corre a recuperare i fogli prima che cadano in acqua, come fa Leon: non ha un cavallo bianco tra le chiappe però e non mi dice sorridendo: ci penso io. Piuttosto digrigna i denti tra cui ha incastrato una sigaretta e parte con una serie di improperi che finiscono solo dopo che mi riporta i fogli tutti stropicciati, anche perché la siga appena rollata è ormai umida e infumabile.
Ma Leon a cavallo si rivela subito un sogno, appunto. Quello che segue è un film per post-preadolescenti, cioè per quelle che non vedono più i cartoni ma neanche i telefilm. Il marketing, si sa, raggiunge qualsiasi tipo di target. Ci sono bicipiti scoperti, tradimenti che son finti tradimenti, baci, canzoni, bei vestiti, gambe traballanti su tacchi a trampoli, amici. E tanto basta ai giovanissimi, quelli più spensierati e felici. Aspetti negativi: mentre a Jorge Blanco la dieta a base di parta alla Norma ha fatto parecchio bene (Tini è stato girato in Sicilia), Martina Stoessel è rimasta uno scheletro, e se sei un modello per tanti pre post- adolescenti non puoi esserlo, soprattutto se sostieni di tenere tanto ai tuoi fan. Infatti Leon rimane figo anche con 10 chili in più e anche con la voce da patatone del suo doppiatore italiano (dal vivo ne ha una molto ma molto suadente, da: tuttonudosubito).
Aspetti positivi per gli adulti accompagnatori: fotografia decente e posti incantevoli, cioè una villa a Giarre, l’antico complesso della Tonnara di Scopello (l’isola fittizia del film) e il teatro
antico di Taormina che ha ospitato le riprese del grande concerto finale. Ti fa venire voglia di andare in vacanza in Sicilia.
Insomma Tini è la risposta femminile a Star Wars, nel senso che ci vanno le figlie in compagnia delle mamme. Solo che le mamme, temo, si
divertiranno meno dei papà, perché a un certo punto della vita, loro, crescono.
Anteprima dell'anteprima: alle fan di Violetta piacerà, anche loro però non potranno esimersi dall'esclamare: "Ah Violè, aripijate!", quando, al culmine del pathos, verso la fine del film, lei guarda un vecchio filmino di sua madre ormai morta, con una bambina in braccio (la Disney ce l'ha con i genitori e ama e le matrigne, che negli ultimi anni hannp sostituito gli zii) e chiede: Chi è il bambino che ha in braccio la mamma, e perché lo chiama Tini? Non capisco...
Insomma è proprio questa la rivelazione che non rivelo; ma tanto le fan di Violetta più sveglie (di lei) avranno già capito...
Si vede che Frances, il nuovo fenomeno musicale, è stata creata a immagine e somiglianza di Adele, dallo stesso team creativo di quest'ultima, della UniversalMusic. D'altronde, perché il successo commerciale non dovrebbe ripetersi? Stesso look, stesso sound, stesse tematiche .
La voce però è molto diversa, tonalità, timbro e modo di cantare. E le canzoni che ho sentito allo showcase di Milano, interpretate mentre suona il piano, sono belle.
Prima o poi dovremo disinnamorarci dei toni profondi alla AmyWinehouse per capire che anche voci più "alte" sono piacevoli. Riuscirà Frances a compiere questo miracolo?
Devo fare una ricerca sulla tipologia di persone che scelgono i titoli e i posteritaliani di film stranieri. Chissà i lavaggi di cervello che hanno subito nei costosissimi corsi di marketing che hanno frequentato, secondo cui i titoli scemi attirano più gente al cinema.
Travolti dalla cicogna di Remi Bezancon, nella versione originale francese, Un heureux événement, si traduce come Lieto evento, e anche nella versione inglese (A happy moment), titolo meno di impatto ma uguale al libro di Eliette Abecassis a cui si ispira. La trama del film di lieto ha solo l'inizio, poi tutto quello che c'era prima tra i due protagonisti viene messo in discussione. Proprio come nella vita normale.
Bisogna avvertire chi organizza i corsi per "Titolisti in italiano di film stranieri" di aggiornare le lezioni, perché nei cinema italianiTravolti dalla cicogna non ha riscosso molto successo. A casa mia invece si, e a casa mia c'ero solo io e il mio secondo lieto evento che dormiva.
Lieto evento, infatti, è solo un modo di chiamare un bambino che nasce, un titolo, la fotografia di un inizio. Il vero film è il racconto di quello che succede da quel momento in poi, di lieto e di brutto. E travolti dalla cicogna è un'anteprima fedele di tutto questo.
Una ricerca Doxa dice che per gli italiani cucinare insieme è più importante dei risultati. Lo rivelano i post sui social, dove effettivamente le foto dei piatti in genere sono terribili. La ricerca Doxa è stata commissionata dalla Cameo, nota azienda di preparati per dolci e lievitati. Quando ero piccola, spesso mia madre li comprava per fare prima le torte. Anni dopo io facevo lo stesso quando avevo a cena il fidanzato, ma una volta diventata mamma li ho usati per cucinare insieme al mio primo figlio di due anni: lui versava nella ciotola i contenuti delle buste e io le raccoglievo da terra con la scopa. E comunque le torte venivano bene lo stesso, come per magia. Una mia amica invece usa le scatole della Cameo, in completa solitudine e riservatezza, per fare torte di compleanno che le vengono commissionate da gente della Milano bene, farce comprese. Lei poi, bravissima nei dettagli, le rende splendide con i segreti del cake design. Che io sappia, nessuno dei suoi clienti è mai rimasto scontento o ha mai esclamato: "Ma questa è una torta della Cameo"!
Ma in un'epoca in cui inneggiano tutti al ritorno degli ingredienti naturali, l'azienda, nata negli anni in cui precotti e preparati erano considerti una manna dal cielo, sposta il suo punto di forza sul fatto che i preparati aiutano a cucinare, appunto, insieme: ai figli (le torte), agli amici (la pizza). Piatti semplici per rapporti solidi. Come dire che sono l'equivalente sul bancone del supermarket di Parodi e Clerici, più casalinghe "social" che vere cuoche. Ed effettivamente piacciono di più al pubblico di grandi chef come Cracco e Ramsey, molto seguiti anche loro, ma perché si incacchiano
spesso e volentieri con i comuni mortali, non per le ricette. Se fossero buoni, non se li filerebbe nessuno.
E dove sta l'anteprima? Nei prodotti per la preparazione di dolci che ho visto all'incontro stampa, che al supermercato non ho mai trovato: la colla alimentare per le decorazioni (diciamo basa alle decina di uova sprecate per incollare qualche cuoricino), stelline e lunette decorative di tutti i colori e glitter (figlia mia, sbrigati a crescere che te le faccio versare per terra), il glucosio in tubetto, la pasta di zucchero già distesa...
Però, nonostante negli ultimi anni anche io sia stata catturata dall'onda "ingredienti naturali a tutti i costi" quello che mi ha colpito di più è stato... un nuovo preparato: la tortaMojito.
Da cucinareinsieme a...? Quella mia amica che adora le lasagne da scaldare al microonde e i polli surgelati.
In occasione della XXI Esposizione dellaTriennale Milano Design After Design, dal 22 aprile al 15 maggio, venti statue di Topolino, personalizzate da famosi marchi italiani, sono esposte nel giardino della Triennale e possono essere visitate gratuitamente. Ci sono Topolini dipinti da DisneyItalia, Brums, Chicco/Artsana, Clementoni, Ferrarelle, Giochi Preziosi, K - Way, Kartell, Lisciani, Monnalisa, Panini, Piquadro, Unipol Sai, Salmoiraghi e Vigano’, SKY, San Carlo, Upim, Vespa, e l’Istituto Europeo di Design.
La parte più bella dell'iniziativa peró sarà a novembre, quando i Topolini, dopo aver girato l'Italia, torneranno a Milano per essere battuti all'asta da Sotheby’s a favore di ABIO Italia Onlus, per la realizzazione di spazi a misura di bambino negli ospedali italiani.