giovedì 12 maggio 2016

Tini: la vera Violetta


Dal 12 maggio al cinema
Prima scena: c'è lei, Violetta, di bianco vestita, seduta sulla spiaggia; sta scrivendo una canzone di sua invenzione. Le volano via i fogli e per questo diventa disperata: oddiolamiacanzone! Arriva lui, Leon, su un cavallo bianco, al galoppo sulla riva del mare, e le dice: tranqui, te li raccolgo io, o una cosa simile. E parte sempre in groppa al suo cavallo bianco alla caccia dei fogli preziosi.


Questa scena mi ha fatto tornare a 10 anni fa: io ero stesa sulla spiagga di Naxos, un'isola greca, con le fotocopie di quello che dovevo studiare per l'esame di giornalismo. Ma ero senza vestito bianco, e anche senza costume. A un certo punto il vento forte mi fa scappare i fogli, che svolazzano verso il mare come la canzone di Violetta. Il mo fidanzato si alza, tutto nudo anche lui, e corre a recuperare i fogli prima che cadano in acqua, come fa Leon: non ha un cavallo bianco tra le chiappe però e non mi dice sorridendo: ci penso io. Piuttosto digrigna i denti tra cui ha incastrato una sigaretta e parte con una serie di improperi che finiscono solo dopo che mi riporta i fogli tutti stropicciati, anche perché la siga appena rollata è ormai umida e infumabile.


Ma Leon a cavallo si rivela subito un sogno, appunto. Quello che segue è un film per post-preadolescenti, cioè per quelle che non vedono più i cartoni ma neanche i telefilm. Il marketing, si sa, raggiunge qualsiasi tipo di target. Ci sono bicipiti scoperti, tradimenti che son finti tradimenti, baci, canzoni, bei vestiti, gambe traballanti su tacchi a trampoli, amici. E tanto basta ai giovanissimi, quelli più spensierati e felici. Aspetti negativi: mentre a Jorge Blanco la dieta a base di parta alla Norma ha fatto parecchio bene (Tini è stato girato in Sicilia), Martina Stoessel è rimasta uno scheletro, e se sei un modello per tanti pre post- adolescenti non puoi esserlo, soprattutto se sostieni di tenere tanto ai tuoi fan. Infatti Leon rimane figo anche con 10 chili in più e anche con la voce da patatone del suo doppiatore italiano (dal vivo ne ha una molto ma molto suadente, da: tuttonudosubito).


Aspetti positivi per gli adulti accompagnatori: fotografia decente e posti incantevoli, cioè una villa a Giarre, l’antico complesso della Tonnara di Scopello (l’isola fittizia del film) e il teatro antico di Taormina che ha ospitato le riprese del grande concerto finale. Ti fa venire voglia di andare in vacanza in Sicilia.

Insomma Tini è la risposta femminile a Star Wars, nel senso che ci vanno le figlie in compagnia delle mamme. Solo che le mamme, temo, si divertiranno meno dei papà, perché a un certo punto della vita, loro, crescono.

Anteprima dell'anteprima: alle fan di Violetta piacerà, anche loro però non potranno esimersi dall'esclamare: "Ah Violè, aripijate!", quando, al culmine del pathos, verso la fine del film, lei guarda un vecchio filmino di sua madre ormai morta, con una bambina in braccio (la Disney ce l'ha con i genitori e ama e le matrigne, che negli ultimi anni hannp sostituito gli zii) e chiede: Chi è il bambino che ha in braccio la mamma, e perché lo chiama Tini? Non capisco...

Insomma è proprio questa la rivelazione che non rivelo; ma tanto le fan di Violetta più sveglie (di lei) avranno già capito...

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