martedì 5 dicembre 2017

Alessandro Gassmann e Rocco Papaleo per Il premio


Guardare un film che poi viene raccontato dagli stessi attori e dal regista permette di recuperare tanti passaggi e significati della storia, che da spettatore ti perdi, anche perché ti ci immedesimi, specie se è un bel film, e ritrovi i tuoi di aneddoti.
Conoscere quelli del film dalle parole degli attori quindi è interessante, è quasi come vederne un altro di film, con lo stesso titolo.

Alla conferenza stampa per Il premio, dal 6 dicembre nelle sale, scende anche qualche lacrima sul volto degli attori Anna Foglietta e Alessandro Gassman, che è anche regista e sceneggiatore del film insieme a Walter Lupo. È dedicato infatti a suo padre Vittorio, in una chiave un po’ leggera come richiede una commedia.

”Dopo essermi occupato di lavori belli tosti come Prima razza bastarda, un film crudo frutto di un precedente tour teatrale e di un progetto per Unhcr di cui sono ambasciatore, che coinvolgeva gli artisti rifigiati, avevo voglia di fare un film sulla leggerezza.
Avevo in mente una storia su un viaggio, quello che avrei voluto fare con mio padre. Come fa Gigi Proietti nel film, che interpreta appumto mio padre, diceva sempre “non mi rompete i coglioni”.
Alla fine la mia Famiglia era più normale di quanto sembrava dall’esterno, anche se importante.”
Quanti altri elementi emotivi biografici ci sono nel film ?
“19” risponde Rocco Papaleo anticipando Alessandro Gassmann, che poi continua.
“Era tipico di Vittorio Gassmann per esempio dire le cose in faccia, e questo generava piccoli traumi, quelli che invece poi fanno bene. E anche mio padre non usava carte di credito, ma solo contanti. Diceva che erano oggetti volgari, che ti fanno dimenticare la fatica che fai x guadagnare i soldi. E poi era un igienista, non usava mai i bagni pubblici,
disinfettava le forchette con il limone ... Insomma un padre che mi manca e che ha fatto un buon lavoro”.
Dopo quasi un minuto di silenzio di rispetto e commozione Rocco Papaleo racconta un aneddoto.
In La bomba, l’ultimo film a cui Vittorio ha partecipato, continuava a chiedere a tutti una sigaretta”.
“Si perché aveva smesso ma... si Spegneva le sigarette sul dorso della mano X autoconvincersi, e non è mai servito” conclude Alessandro Gassmann.
Come è stato per Rocco Papaleo interpretare il servitore di Proietti?
”Era giá un idolo per me, lo veneravo già quindi è stato semplice interpretare il mio ruolo.

Gassmann poi aggiunge: “Proietti era uno dei Migliori amici di mio padre, quindi è stato contento di fare mio padre nel film senza interpretare proprio Vittorio.”

A quali film si ispira Il Premio?
Alessandro Gassmann: Me ne vengono in mente tanti,per esempio Nebraska, Little Miss sunshine per gli ambienti e i colori, naturalmente Il sorpasso e Easy rider, con cui sono cresciuto e altri Road movies.

Ci sono anche tante citazioni colte nel film...
“Si, per la figura del padre volevo una via di mezzo tra Umberto Eco e keith Richards, perché mi piace anche dare
fastidio dicendo cose un po’ scorrette, in una società sempre più paurosa e bigotta”.
AlLa fine del film Proietti dice che è importante sapere scendere dal piedistallo. Voi da attori ci riuscite?
Come attori siamo imitatori della realtà e vivere arroccati dal successo ci allontana dalle persone normali e non ci fa più essere credibili . Allo stesso modo il gioco di squadra di cui parla Proietti è importantissimo, ed è una manchevolezza della nostra società, una Società di solisti ormai.

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